lunedì 4 novembre 2013

Il calcio è una cosa seria

Esattamente oggi è un mese che sono in Brasile. Mi stupisce che la notizia non sia passata sui notiziari.

Qui le giornate si allungano, l'estate avanza e si porta con se la stagione delle piogge. Ecco, non so voi, ma "piogge" è una di quelle parole che io preferisco controllare come si scrive. Ah ottimo, senza "i". Dicevo, stagione delle piogge: piove praticamente tutti i giorni. Però poco, raramente più di un'ora, a volte appena dieci minuti, e prima e dopo il sole splende felice. Morale: se volete vedere la vera stagione delle piogge fatevi Marzo a Parma, qui in Brasile è una pacchia.

I bigode (baffi) sono stati accolti con sostanziale indifferenza dalla popolazione locale. Tuttavia diversi bambini mi hanno accusato di avere dei baffi finti e hanno preteso di controllarne la veridicità. Non è stato piacevole.

I ritmi di lavoro iniziano a essermi famigliari. Il lunedì mattina, tutto mercoledì, tutto giovedì e venerdì mattina siamo impegnati con i reforcos con ragazzi dai 6 ai 12 anni circa. Si tratta di un doposcuola con i ragazzi che fanno più fatica o che hanno una situazione famigliare più problematica.
Ogni giorno un reforco diverso in un quartiere diverso, con tante facce che un po' alla volta riesco a abbinare al nome giusto. Ma i bambini sono gentili e se sbaglio nome fanno finta di niente.

Il martedì mattina andiamo con Paolo a visitare le famiglie che fanno parte del progetto di Caritas Children Onlus. I pomeriggi in cui non abbiamo i reforcos ci incontriamo con il gruppo dei ragazzi più grandi, il famigerato "Grupo dos educadores". Con loro stiamo portando avanti un'idea della Silvia, anche detta Duracell, di creare uno spettacolo teatrale.

Non dimentichiamo, il giovedì pomeriggio, la lezione di chitarra, a cui partecipo anche io. Ho imparato la scala di Do. Non sento gli applausi.

Ma ora veniamo alle cose importanti: ieri sono andato allo stadio. Goias contro Botafogo, quinta contro seconda. Noi eravamo in mezzo ai tifosi del Botafogo, squadra favorita. Ma dopo 90 minuti senza troppe emozioni, in pieno recupero, gol del Goias che conquista così la vittoria. I tifosi del Goias festeggiano, quelli del Botafogo si ammutoliscono e tutti si torna a casa. Nessun problema di ordine pubblico, nessun disordine. Almeno in apparenza.
In realtà qualcosa è successo.
La nostra compagnia era di otto persone: io, Fabio, la Silvia, Luca e quattro brasiliani. Joao, 50 anni circa, grande tifoso del Botafogo, è colui che ci ha invitato alla partita e che ci ha procurato i biglietti. Romualdo, 25 anni, figlio di una educatrice che conosciamo bene, tifoso molto tranquillo del Goias, lo abbiamo invitato noi perché avevamo un biglietto in più.
Romualdo e Joao si conoscono già molto bene e sono ottimi amici.
Per tutta la partita, in mezzo ai tifosi del Botafogo, Romualdo segue la partita in silenzio, scambiando solo ogni tanto due parole con me. Quando il suo Goias segna non esulta, si limita a sorridere in mezzo a una folla di delusi. E quando quasi tutti se ne sono andati sorride anche verso Joao dicendo "grazie Botafogo per questi 3 punti che ci hai regalato". Nulla di esagerato. Ma da quel momento Joao non gli parla più.
Il Brasile è allegria pura. Ma il calcio è una cosa seria.

Per la serie "Brasile e natura" quella qui sotto è una farfalla con un'apertura alare di 25 cm. Quando vola fa aria.

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